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PETROLIO, GAS NATURALE, USCITA del QATAR da OPEC (e molto altro)
8/12/2018 Eccovi un estratto di quanto pubblicato il 4dicembre2019 per la clientela (sez: Commodities/Petrolio): <<...Il 29nov2017 scrivevo come fosse possibile che l'OPEC si sfaldasse, aspettandomi un uscita dell'Arabia Saudita dal cartello. Invece ad uscire, esattamente un anno dopo da quella mia considerazione, sarà il Qatar che - a pochi giorni dalla riunione Opec del 6dicembre a Vienna - rende noto il suo ritiro dal cartello a partire dal 01gennaio2019. L'Organizzazione sarà quindi rappresentata sostanzialmente -come peso internazionale - dall' Arabia Saudita.
Il Qatar, piccolo stato ricco di gas che vanta il primato di essere la nazione più ricca della Terra su base pro capite, lascerà il cartello del petrolio il 1 ° gennaio 2019 dopo 57 anni. La Qatar Petroleum (compagnia statale), ha detto che con tale decisione "il Qatar intende concentrare i suoi sforzi sui piani per lo sviluppo e l'incremento della produzione di gas naturale" (mercato da noi analizzato da tempo con successo e del quale potete leggere le ns proiezioni nella sezione Commodities/Gas Naturale) https://www.theguardian.com/business/2018/dec/03/qatar-pulls-out-of-opec-to-focus-on-gas-production Il Qatar è uno dei piu piccoli produttori di petrolio dell'OPEC (v. lista) con un fatturato inferiore al 2% della produzione complessiva del gruppo, ma è il primo produttore mondiale di gas. Le sue esportazioni rappresentano attualmente circa il 30% della domanda globale. Quindi il suo ritiro ha un impatto limitato sul mercato petrolifero fisico, mentre tale decisione è assai importante per il prezzo del gas naturale, peri gasdotti verso l'Europa, nonchè per gli equilibri geopolitici dello scacchiere medio-orientale, che si stanno lentamente deteriorando, da quando il governo del Qatar sostenne l'Iran. La decisione del Qatar di ritirarsi dall'OPEC è pertanto la logica conseguenza dell' embargo diplomatico ed economico che sta subendo da oltre un anno e mezzo. Per rappresaglia, da allora, il Qatar ha aumentato la propria produzione di gas in quanto è il gas e non il petrolio la sua principale fonte di reddito. L'embargo che gli ha tagliato i collegamenti commerciali - blocco aereo, marittimo e terrestre imposto (anche la loro compagnia aerea è stata bandita da altri aeroporti) è stato attuato da quattro paesi arabi: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (EAU), Bahrain ed Egitto, tutti appartenenti all'OPEC (embargo proposto e caldeggiato proprio dall'Arabia Saudita, leader dell'Organizzazione). Inoltre pochi sanno che la base militare di Al Udeid, oltre ad ospitare la Qatari Air Force, la Royal Air Force britannica ed altre forze della coalizione che combattè la Guerra del Golfo, è anche base della U.S. Air Force con circa 11000 uomini. Nell'aprile 2003 infatti il Centro di Operazioni Aeree Usa per il Combattimento per il Medio Oriente venne spostato dall'Arabia Saudita al Qatar, considerato logisticamente più congeniale. Al Udeid ed altre strutture in Qatar fungono da centri logistici, di comando e di base per l'area di operazioni del CENTCOM (Comando Centrale Usa) e supervisionano le operazioni aeree degli Usa in Paesi quali Iraq, Afghanistan, Siria. Nell'agosto 2018 il sito web d'inchiesta The Intercept, come riportato anche da AlJazeera https://www.aljazeera.com/news/2017/06/qatar-diplomatic-crisis-latest-updates-170605105550769.html ha rivelato che l'ex segretario di stato americano Rex Tillerson (ex dirigente della compagnia energetica Exxon), riuscì a convincere l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti dall'evitare di attaccare il Qatar nel giugno 2017. Secondo la pubblicazione, il piano includeva truppe di terra saudite che, attraversato il confine terrestre col Qatar - e con il supporto militare degli Emirati Arabi Uniti - sarebbero avanzati nell'entroterra, impadronendosi di Doha, capitale del Qatar. Tillerson ha ripetutamente criticato i paesi bloccanti per la crisi e, nell'ottobre dell'anno scorso, li ha accusati di aumentare le tensioni. L'idea di una invasione, ma della Siria, era già venuta nel 2015 ma al Qatar, allora appoggiati dagli Usa guidati da Obama (*). Ma perchè un invasione della Siria? Il nocciolo della questione sono le forniture di gas all'Europa ed i gasdotti per farcelo arrivare. Obama voleva appoggiare il Qatar nel piano di invadere la Siria per farci poi passare il gasdotto/oleodotto e competere con la Russia che già vendeva gas all'Europa. Vi erano due gasdotti/oleodotti: uno approvato dalla Russia che partiva dall'Iran attraverso la Siria e l'altro con il Qatar attraverso la Siria (progetto questo caldeggiato da Obama). (...) Alla riunione di domani, 6dicembre, le aspettative sono per un accordo sulla produzione poichè Putin ha già concordato col principe ereditario saudita Moh'd bin Salman, l'estensione dell'accordo per la limitazione della produzione. Si ricorda che la Russia non è membro OPEC ma è il terzo maggior produttore mondiale di petrolio. Sappiamo già da tempo che non è sicuramente l'OPEC a guidare l'andamento del petrolio che, in base alle ns previsioni, si sta comportando esattamente come previsto a fine sett2018. Tutte le nostre analisi e proiezioni (con target, livelli di entrata/profitto/stop) su petrolio e gas naturale (e molte altre) le trovi in Forex & Commodities Report: https://www.fib30online.it/it/abbonamento-10.htm (*) OBAMA Barak: nel 2009 insignito del Premio Nobel per la pace «per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli». https://www.huffingtonpost.com/2014/09/11/obama-iraq-war_n_5801694.html?guccounter=1 blob:https://www.huffingtonpost.com/88a4c58a-08ff-4057-89b2-dfd8257d8395 https://www.washingtonpost.com/politics/us-to-expand-support-in-kenya-somalia-for-counterterrorism-operations/2015/07/25/b6f386f0-3210-11e5-97ae-30a30cca95d7_story.html?noredirect=on&utm_term=.250a9c4fe0c1
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